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SFERISTERIO SALA CESANELLI


sabato 24 

 

h 18.00
SPIRALIS AUREA DUO

Giuseppe Franchellucci violoncello, elettronica 

Stefano Pilia chitarra, elettronica

Giuseppe Franchellucci e Stefano Pilia presenteranno dal vivo in prima assoluta, un adattamento per violoncello, chitarra elettrica ed elettronica dell' opera compositiva SPIRALIS AUREA, ultima opera del compositore genovese, un lavoro di architettura musicale che intreccia geometria sacra, esperienza collettiva e connessioni elusive tra natura e genere umano.

"SPIRALIS AUREA è un insieme di composizioni a quattro parti concepite per organici variabili o non specificati. Le idee generative mirano a realizzare forme musicali i cui principi strutturali e formali siano determinati da numeri e rapporti di particolari serie numeriche -Fibonacci in particolare-, da certa numerologia e da figure geometriche di particolare rilevanza simbolica.

C’è il desiderio di indagare e di scoprire possibili aspetti archetipici qualitativi legati a certi numeri, a certi movimenti e a forme connesse ai loro rapporti all interno di un contesto strettamente tonale. Il principio generativo è sempre quindi inteso come un “motore immobile” per il quale e attraverso il quale la forma musicale deriva come conseguenza di un processo in atto, algoritmico, isomorfo e sistematico ed è allo stesso tempo intesa come possibile manifestazione o rappresentazione di contenuti archetipici attraverso una metodologia di riscoperta delle proprietà armoniche e numerologiche presenti all interno dei rapporti tonali e in senso più ampio della tonalità.

L'obiettivo principale dei miei lavori in questi anni di pratica artistica non è mai stato incentrato necessariamente sulla ricerca del "nuovo", ma piuttosto sul tentativo di creare un discorso musicale in grado di offrire un'esperienza di ascolto attivo e di relazione con possibili rappresentazioni archetipiche (da una prospettiva mito-narrativa o numerica).
Questa, con declinazioni ovviamente diverse -e probabilmente anche con ingenuità-, è stata l'unica costante sempre presente nelle mie

produzioni musicali.

Non è invece altrettanto semplice e chiaro elaborare ed esprimere quali siano le motivazioni piùintime e personali che hanno portato alla realizzazione di questo lavoro. Certamente in restrospettiva vedo tracce ed indizi di ciò attraversare diversi momenti biografici della mia vita, e l'affiorare anche nei precedenti lavori al tendere verso una tale configurazione.
Tuttavia sotto molti punti di vista trovo che questo ultimo passaggio rappresenti inevitabilmente l'inizio di un nuovo ciclo nella mia produzione artistica. A differenza dei lavori precedenti Il discorso musicale non è più generato da una relazione sensoriale con il suono. Che si trattasse del rapporto tattile e gestuale con il mio strumento, la chitarra, financo più in generale alle suggestioni immaginifiche tratte dall'esperienza acustica e acusmatica poi successivamente tradotte in un processo compositivo, la musica era sempre “estratta” o “liberata” dalla materia sonora. Spesso era proprio la materia sonora stessa a indicare o a privilegiare una direzione.
Sempre a posteriori potevo poi “leggervi” un meta-racconto e quindi l'opera o il brano trovavano così un loro titolo.
Qui la musica è invece prima “vista” che “udita”. sempre più mi sono avvicinato al contemplare un' idea sottraendomi dal gesto sonoro, sperando forse che questo “togliermi” un po' più dalla musica e l'operare in questa direzione lasciassero più spazio all ascolto e all ascoltatore. Così La forma ha reclamato tutte la sue necessità.

In questo senso e' stata epifanica la visita al cimitero Germanico costruito sul passo della Futa al confine tra Toscana ed Emilia-Romagna:
un' opera di architettura “attraversata” da pensieri sul paesaggio, sulla storia, sui simboli, sul rito, Un'opera in cui estetica ed etica cooperano assieme nel mantenere viva la memoria ed inevitabilmente offrire una riflessione sulla vita e sulla morte. una preghiera per i vivi e per i morti. Mi sono chiesto e mi chiedo tutt'ora se non siano semplicemente forse questi stessi i motivi a muovere anche le mie motivazioni più intime e personali e il senso del mio operare, cioè niente più che una inevitabile e profonda necessità umana di avvicinarsi un po' di più alla comprensione di tali questioni.

Giuseppe Franchellucci violoncellista e compositore.

Nato a Porto San Giorgio (FM) nel 1981 Si è diplomato presso l’ Istituto musicale pareggiato “ O. Vecchi” di Modena sotto la guida del M° Marianne Chen. Si perfeziona con i maestri Giovanni Gnocchi, Enrico Bronzi, Luca Signorini. Lo studio e l’ interesse per la musica contemporanea e sperimentale lo hanno portato ad esibirsi con diverse formazioni in manifestazioni come “Nuova Consonanza” a Roma, “ 900 ed oltre” a Modena insieme al M° Enzo Porta. Ha frequentato la Scuola di Musica Di Fiesole e l’ Orchestra Giovanile italiana. Ha collaborato con l’ Orchestra Filarmonica Marchigiana. Si esibisce in numerosi concerti in Solo, orchestra o formazioni cameristiche, in vari festival e teatri tra cui: Teatro alla Scala di Milano con l’Orchestra Giovanile Italiana, al Ravenna Festival sotto la guida del M° Penderecki, Macerata Opera Festival con Daniel Oren, Umbria Jazz 2017 e 2018, Lugo Contemporanea, Accademia Filarmonica Romana, Konzerthaus di Berlino, Teatro dell’Opera di Timisoara, British Council of Ghana, Jazz club Ferrara, Risorgimarche, Festival Riverberi. Si è esibito in diretta live su Radio3 Suite durante la trasmissione “Le stanze della musica”. Ha collaborato e collabora con diversi artisti tra cui: Jonny Greenwood (Radiohead), Serji Tankian (System of a Down), Mederic Collignon, Paolo Fresu, Gregory Porter, Teho Teardo e Blixa Bargeld, Pierpaolo Capovilla. Partecipa alla composizione della colonna sonora del cortometraggio “Rosita” di Pietro Pinto ,tra i finalisti della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2017 nella sezione dedicata ai migliori giovani autori italiani. Ha composto diverse colonne sonore di spettacoli teatrali per bambini. Ha curato la parte musicale di diversi spettacoli teatrali per l’attore e regista Giorgio Felicetti , tra cui “Corpus Pasolini”.

 

Stefano Pilia è un chitarrista, bassista e compositore nato a Genova Attualmente residente a Bologna città nella quale si è diplomato al conservatorio G.B Martini. Il suo lavoro prende corpo a partire dalla pratica esecutiva strumentale e attorno ai processi di registrazione e produzione. Attraverso l’indagine delle proprietà sinestetiche del suono, delle sue relazioni con lo spazio, il tempo e la memoria ha portato avanti una ricerca sempre tesa all'esperienza sonora come possibilità di indagine filosofica e creativa. 
Oltre alla produzione solista, e’ tra i fondatori del gruppo 3/4HadBeenEliminated, sintesi tra improvvisazione, composizione elettroacustica e sensibilità avantrock. Suona con il quartetto psichedelico In Zaire, con David Grubbs e Andrea Belfi nel BGP trio, nel "Sogno del Marinaio" con il leggendario Mike Watt (minutemen) al basso, con Spiralis Aurea trio assieme ad Alessandra Novaga e ad Adrian Utley (portishead), in duo con John Duncan, in trio con Anthony Pateras e Riccardo La Foresta, in quintetto con la violinista Silvia Tarozzi. Dal 2008 al 2016 è stato parte dei Massimo Volume, dal 2012 chitarrista della stella del Mali Rokia Traoré e dal 2015 è parte degli Afterhours. 
Collabora ed ha collaborato con artisti e musicisti come Katia e Marielle Labeque, Manuel Zurria, John Parish, Fire! Orchestra, David Tibet, ZU, Phill Niblock, Oliver Mann, Oren Ambarchi, Marina Rosenfeld, Valerio Tricoli, Claudio Rocchetti, Z'ev, Oliver Mann, Mick Turner, Starfuckers, Laura Agnusdei, Enrico Malatesta, Paolo Spaccamonti, Wu Ming, Angela Bullock, David Maranha, Gianluigi Toccafondo, Julia Kent e molti altri. Ha pubblicato oltre 40 lavori discografici con numerose etichette italiane ed estere e suonato in molti festival internazionali in Europa, Australia e Stati Uniti d'America. 

 

h. 19.30
APERIT
IVO

 

h. 21.00

INDUSTRIAL SLAVE 

Massimo Pupillo basso, elettronica

 

Industrial Slave è il mio nuovo live set

Si ispira all'omonima poesia dell'autore, poeta, attore, musicista ed attivista politico nativo americano John Trudell. 

Questa poesia verrà ascoltata per intero all'inizio del set, per poi lasciare spazio esclusivamente al suono fino alla fine, dove, come trasmissione  verso i giorni nostri, verrà ascoltata anche la voce, sempre attuale di William Burroughs

Questo suono vive nell’ oggi ma affonda le sue radici e trae ispirazione dal movimento elettronico e industriale degli anni 80 e 90, , Spk, Clock DVA,Test Dept,  come da Scorn e Techno Animal, ma digerito e rigettato in una dimensione astratta e post- tutto

Il live INDUSTRIAL SLAVE nasce dall’ urgenza di descrivere in musica un “nuovo mondo” fatto di gabbie digitali, codici a barre, codici QR per accedere ad altri codici QR, Intelligenza Artificiale., pass vari , e telecamere di sorveglianza praticamente ovunque.

La durata di questo set è di 50 minuti circa.

 

Massimo Pupillo è noto soprattutto per essere un membro fondatore degli Zu, con i quali ha pubblicato 18 album e ha suonato più di 2000 live in tutto il mondo. Ha anche mantenuto un approccio molto aperto e multidisciplinare che lo ha portato a lavorare con alcune delle figure più acclamate del mondo artistico odierno: il fotografo sudafricano Roger Ballen, gli attori Malcolm McDowell e Marton Csokas, Romeo Castellucci, e Chiara Guidi della Societas Raffaello Sanzio, la coreografa americana Meg Stuart, il gruppo di danza contemporanea Dewey Dell, ecc.

Ha appena realizzato la colonna sonora per il nuovo lungometraggio di Kirill Serebrenikov, la cui uscita è prevista nel 2024.

Nel 2024 sta lavorando anche ad un'opera con membri dell'Alter Ego Ensemble.

Ha collaborato dal vivo e su disco con musicisti e compositori d'avanguardia come Alvin Curran (fondatore di Musica Elettronica Viva nel 1966), con il duo pianistico di fama mondiale Katia & Marielle Labeque, con virtuosi della musica classica come Viktoria Mullova e Giovanni Sollima. Ha anche registrato un nuovo album previsto per il 2024, con l'incredibile soprano e direttore d'orchestra canadese Barbara Hannigan. Lavorando con Katia Labeque ha avuto l'onore di un album disegnato da Storm Thorgerson, fondatore di Hipgnosis, probabilmente uno dei designer più importanti della musica rock.

Con Katia Labeque ha suonato e arrangiato brani di un album di musica Moondog uscito sulla più importante etichetta classica di sempre, Deutsche Grammophon. Sempre con Katia ha presentato un progetto speciale alla Philharmonie di Parigi nel 2016, una collaborazione con Justin Vernon (Bon Iver),  e Bryce e Aaron Dessner (The National).

Nel mondo della musica rock ha collaborato con alcuni dei nomi più importanti della scena internazionale, tra cui Mike Patton, Thurston Moore, Jim O' Rourke (Sonic Youth), Guy Picciotto & Joe Lally (Fugazi), Buzz Osbourne (Melvins) Damo Suzuki (CAN), ecc. 

Nella musica improvvisata ha lavorato con Peter Brotzmann, Toshinori Kondo,, Mats Gustafsson, Ken Vandermark, Tony Buck ecc.. 

Nella scena sperimentale ha collaborato con Oren Ambarchi, David Tibet (Current 93), Thighpaulsandra (Coil), Stephen O'Malley (Sunn O)), Abul Mogard, Mick Harris (Scorn), Gordon Sharp (This Mortal Coil) FM Einheit (Einstürzende Neubauten) , e molti altri.

Tra Zu, solista e collaborazioni, ha pubblicato più di 80 album e suonato 3000 spettacoli in tutto il mondo.

 

 

domenica 25 
 

h 17.00

LANDSCAPE 2023

 

Proiezione delle 10 opere audiovisive selezionate per la terza edizione della call internazionale curata dal collettivo Zeugma e che chiama a raccolta sound artist e video artist per proporre una riflessione sul vasto tema del paesaggio.

Le opere sono state selezionate come ogni anno da un comitato di selezione composto da esperti del settore, curatori, critici musicali, direttori artistici, registi, musicisti.

I lavori selezionati in questo 2023 in ordine di punteggio sono:

 

1 e//missions  Laser Projections on Barman Waterfall

Alberto Novello

 

2 The Stream XI-XII 

Hiroya Sakurai 

 

3 Lightbending 

Rossella Calella Caramia

 

4 Memories of fragile life forms in the age of synthetic landscapes

Pier Giorgio De Pinto, Giovanni Dal Monte 

 

5 Lo Scoppio

Nicola Cappelletti, Romina Bracchi CirkusVogler

 

6 The Still Sound 

Camilla Ferrari 

 

7 Echi di tempo

 Alfredo Cerrito, Sara Fusco 

 

8 Audio-reactive Landscapes vol. 1 Venezia (home)

Samuel Hernandez De Luca, Davide Capoccia

 

9 My father was Mavrokampos

Alexandros Hadjitimotheou, Efstratios Alvanos

 

10 MIND MINES

Yossi Galanti


 

Comitato di Selezione di Landscape 2023

Caterina Tomeo, Elio Martusciello, Vincenzo Madaro, Claudia Attimonelli, Paolo Bragaglia, Karin Fink, Daniele Falchi, Mirco Salvadori, Guido Max Calanca, Hernando Urrutia

 

Partner

Associazione Shape, Festival Vicoli Corti, Riff Rome Indipendent Film Festival, Rufa Rome University of Fine Arts, Acusmatiq Festival, Mercato Nuovo, Cineclub Canudo, Kinetta Labus, Ambient Radio, CinemaAvvenire, RumoreBiancoStudio, Cavofest

 

Info

https://collettivozeugma.it/landscape2023/

h 18.00

BRACCIO ELETTRICO

Vincenzo Vasi, polistrumentista

Nel Dicembre 2010 il polistrumentista Vincenzo Vasi diede vita all’incredibile Album di solo Theremin “Braccio Elettrico” su etichetta Tremoloa Records

Sono trascorsi 10 anni ed ora allo scadere dell’anniversario, il Produttore Cristian Scarola per Offset Records ha ripreso in mano la stupenda opera sold out ovunque ed osannata da molti altri musicisti nazionali ed internazionali quali Mike Patton, Antony Pateras Vinicio Capossela e molti altri, per farla rimasterizzare dal plurinominato Marc Urselli (sound engineer di John Zorn, Lou Reed, Nick Cave, Blixa Bargeld, Mike Patton etc etc) ridandogli nuova vita per il Decimo Anniversario che cade appunto a Dicembre 2020.

 

https://off-set.org/portfolio/vincenzo-vasi-braccio-elettrico-10th-anniversary/

Vincenzo Vasi, noto soprattutto per essere un componente della band che suona dal vivo con Vinicio Capossela, è un compositore polistrumentista versatile e dallo stile surreale. Suona basso, theremin, marimba, vibrafono, tastiere e canta. È attivo sulle scene fin dal 1990 nell’ambito della musica di ricerca, facendo parte di almeno dieci progetti. Ha partecipato a numerosi festival internazionali e inciso più di 25 CD. Attratto dalla musica elettronica e dal concetto di spazializzazione del suono, ha partecipato attivamente a numerose installazioni sonore in Italia ed in Canada. Soltanto nel 1998 ha iniziato a sviluppare l’utilizzo del theremin, diventandone in breve tempo un virtuoso.

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