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È nata nel 1983, con un budget irrisorio ma con desideri irrefrenabili, la Rassegna di Nuova Musica, che si è svolta in quell'anno in sei concerti dedicati ciascuno a uno strumento solista. Naturale è stato richiedere subito l’apporto dei musicisti con cui collaboravo nell’avventura noniana (Fabbriciani, Scarponi, Schiaffini), o legati alle mie scorribande nordamericane (il Duo chitarristico Castañon-Bañuelos). Era d’agosto e i vari spazi dell’Abbazia di Fiastra sembravano il luogo ideale per accogliere gli inquieti appassionati della contemporaneità o, più semplicemente, i curiosi in cerca di un luogo dove conciliare, in quelle calde serate, le pietre secolari con la sperimentazione e lasciarsene stupire.

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Una scommessa dettata dall’entusiasmo giovanile di voler creare nella propria città una piccola Darmstadt e dall’esaltazione che accompagna ogni progetto nuovo prese dunque concretamente corpo. Presentammo in quegli anni ’80 concerti eminentemente solistici con i maggiori interpreti di quelle musiche scritte dai grandi compositori viventi della nostra epoca. Nono, Donatoni, Sciarrino, Stockhausen, Cage, Xenakis, Scelsi (quest’ultimo in uno dei pochissimi ritratti monografici nel nostro paese in quegli anni in cui era ancora visto con sospetto se non con aperta derisione) insieme a decine di giovani compositori ed interpreti unitamente a «performers» non facilmente classificabili in un contesto colto o accademico (il Rova Saxophone Quartet, Mel Graves, Carles Santos, John Deak, ecc.).

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Il passaggio topografico dall’Abbazia al Teatro Lauro Rossi, vissuto non senza traumi e contraccolpi, ci ha portato, con gli anni, ad aggiustamenti di rotta. Sono nati, insieme ad esplorazioni di teatro musicale come Pedro Paramo di Julio Estrada e alle performances di Vinko Glokobar e Fatima Miranda, intere edizioni incentrate su formazioni cameristiche come il Quartetto Arditti, l’ensemble recherche, i Neue Vocalsolisten; il progetto speciale sulla collaborazione tra Berio e Sanguineti e, è storia recente, le tre annate consecutive «dal nuovo mondo». Per festeggiare quest’anno i 25 anni di Nuova Musica a Macerata non poteva esserci migliore figura di Karlheinz Stockhausen, il compositore che forse più di ogni altro ha attraversato le principali tendenze del linguaggio musicale del XX secolo.

Testi da Non abbastanza per me di Stefano Scodanibbio
(Quodlibet edizioni, 2009)

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